Perché genitori e insegnanti venerdì 19 scendono in piazza per fare una fiaccolata contro i provvedimenti governativi sulla scuola?
Ma non si era già risolto tutto nell’incontro dell’11 dicembre con i sindacati?
Certo quello è stato un atto politicamente rilevante soprattutto perché sottoscritto dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta. Cosa dice l’accordo?
1. l’orario obbligatorio della scuola dell’infanzia di 40 ore.
Ma se Tremonti pretende i suoi tagli si rischia di avere una maestra sola per sezione.
2. il tempo scuola della primaria sarà a 24(prime classi per l’a.s.2009-10),27,30 e 40,si terrà conto delle specifiche richieste delle famiglie.
E’ solo in quest’ultima frase la tanto conclamata facoltatività del maestro unico.
Infatti la Gelmini ha ribadito il maestro unico rimane a partire dalle prime.
3. nelle classi funzionanti a tempo pieno saranno assegnati due docenti per classe.
Non c’è dubbio che due sono meglio di uno,ma attenzione siccome l’unico rimane e fa 24 ore l’altro fa solo le 16 mancanti per arrivare a 40,perciò diventa un satellite del maestro prevalente o stellare,anzi di due maestri prevalenti perché per completare il suo orario dovrà andare a fare le 8 ore rimanenti in un’altra classe senza inutili compresenze in nessuna classe:addio comunque ai laboratori e alle attività di recupero.
Per questo genitori e insegnanti scendono ancora in piazza anche con questo freddo,non solo meteo ma anche metaforico per la crisi economica in atto.
Anzi ci sono più ragioni di prima perché:
· è la dimostrazione che scioperare o manifestare conta e dà risultati.
· l’accordo dell’11 non è ancora stato tradotto in provvedimenti esecutivi
· i regolamenti che seguiranno possono migliorare ancora l’offerta delle scuole soprattutto se Tremonti rinuncerà agli 87mila insegnanti in meno ancora richiesti in finanziaria.
Ma allora non siete mai contenti? Ebbene sì per i nostri figli non ci accontentiamo di briciole,vogliamo costruirgli un presente che possa permettere loro di abitare un futuro dignitoso.
Arturo Ghinelli
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